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VerticaLe Trame 2016-2004

22 Marzo 2022
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Cores do mar, festa do sol
Vida fazer todo o sonho brilhar

João Bosco

VerticaLe Trame 2016-2004

D47BFE6A-7D05-4017-A0B4-8DF0897194AAVerticale di Le Trame suddivisa in 3 batterie dalla 2016 alla 2004 saltando solo la 2011 proprio l’anno dell’uscita lucida e cosciente di Giovanna dalla DOCG, una denominazione ottusa come tante coi paraocchi nei confronti delle differenze e della complessità. Da allora Le Trame è stato “declassato” a IGT. La 2011 fu un’annata anomala per il vento caldo ad agosto perciò si decise di fare una selezione delle uve in vigna.

Alcune sere fa con un gruppo misto di amici abbiamo messo assieme una dozzina di bottiglie di Le Trame del Podere Le Boncie di Giovanna Morganti, vignaiola a Castelnuovo Berardenga che non ha certo bisogno di presentazioni per chi beve vino artigianale con cognizione di causa ormai da qualche anno.

Si tratta di dodici annate che coprono quasi per esteso i primi due decenni del 2000 tracciando un ponte temporale che profila un lavoro di estremo perfezionismo manuale da parte di Giovanna, dalla vigna alla cantina. Una vigna giardino ad alberello di Sangiovese, Colorino, Mammolo, Foglia Tonda. L’alberello costa senza dubbio più fatica lavorarlo ma ripaga nel tempo perché è più longevo e poi ha una sua dignità vegetale che di sicuro le altre forme di allevamento della vite non hanno perché troppo addomesticate dall’utilitarismo dell’uomo. E sono vini senza sconti né compromessi quelli di Giovanna soprattutto zero sconti con se stessa oltre che nei confronti di coloro che bevono il suo vino magnificamente austero, appassionato, intransigente. Territoriale e personalissimo allo stesso tempo.

I batteria: 2016 – 2015 – 2014 – 2013

Questi primi 4 vini circoscrivono la potenza e il balsamico. Tannino, terra, sale. Il balsamico traccia la linea dell’acidità, della freschezza, dell’allungo sul palato. La potenza precisa un timbro oscuro sulla lingua, definisce una materia decisamente saporita dal gusto ampio, di persistenza esemplare. Si intuisce meglio la longevità di questi vini cavernosi e solari a un tempo, soprattutto all’assaggio della III batteria cioè alla prova del tempo.

II batteria2012 – 2010 – 2009 – 2008

L’austerità si smorza. La compressione della I batteria qui si distende e scioglie. La gamma di queste quattro annate tende più verso tonalità ferrose, ematiche. Ma non siamo affatto nel territorio della terziarizzazione, anzi neppure nella III batteria lo saremo. Il gusto sapido di questi vini se da una parte sembra più etereo o sognante dall’altra risplende nel tratto palato-cuore-cervello come un tutt’uno fermentato di uva-sassi-sole a cui non si sfugge. Pure se non serve ricordarlo, parliamo di vini con solforose trascurabili, vini concepiti con minuziosa conoscenza tecnica e agronomica senza la sciatteria fastidiosa o l’improvvisazione tipiche dei troppi ultimi arrivati “del vino naturale del contadino”.

III batteria: 2007 – 2006 – 2005 – 2004

Nell’arco degli anni Le Trame, che porta inscritto già nel proprio nome un destino di svolgimento avventuroso nello spazio e nel tempo, libera un’energia nervosa, una forza minerale scalpitante che trova il suo apice nella 2004. Se la I batteria era la tesi la II batteria l’antitesi questa III batteria non potrà che essere la sintesi

Colori del mare, festa del sole.

La vita fa brillare ogni sogno…

così canta João Bosco, così cantiamo anche noi a celebrare un vino struggente e una vignaiola più unica che rara. Un modello di testardaggine romantica, di sognatrice visionaria a cui dovrebbero rifarsi i vignaioli in cerca di se stessi, ispirarsi in concreto – senza mitizzare – quale cristallino esempio d’indipendenza, di studio della materia, d’approfondimento continuo in campagna e in cantina. In ascolto perenne e osservazione tenace delle vigne e del vino, in culo alle sirene del mercato, in controtendenza rispetto alle mode fottute del momento.

Evviva Giovanna Morganti! Evviva Le Trame!

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Le Trame 2006: Il Vino di Giovanna

31 Ottobre 2016
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img_5527Chianti Classico “Le Trame” 2006 – Podere Le Boncie di Giovanna Morganti – San Felice (Castelnuovo Berardenga).

Vino prodotto da una vigna-giardino di viti ad alberello. L’assemblaggio d’uve diverse (l’uvaggio, parola sinuosa) è composto in percentuale più alta dal Sangiovese, con aggiunte di altre varietà ancelle tipiche quali Colorino, Mammolo e Foglia Tonda a smussare gli spigoli e le asperità acidule del vitigno principe ancor più accentuate da un terreno altamente calcareo.
Il lavoro quintessenziale di Giovanna Morganti si svolge con profondo scrupolo in vigna a maggior ragione con queste sue piante ad alberello che necessitano cura costante, carezze rudi e lavorazioni manuali allo scopo di evitare qualsiasi forma invasiva d’interventismo farmaco-chimico.img_5524Le condizioni micro-climatiche dell’annata 2006 – assai simili alle celebrate 1997 e 2001 – possono essere definite in linea molto generale: “altalenanti” anche se su questo ritornerei volentieri a confrontarmi con la stessa Morganti conversando, senza limiti di tempo, proprio sull’andamento stagionale dell’annata.
Inverno nella media, primavera mite, ritorno al freddo nel periodo maggio/giugno. Caldo a luglio, temperato in agosto. Settembre assolato e poco piovoso con escursioni termiche giorno/notte definitive per la maturazione fenolica equilibrata e la fondamentale concentrazione zuccherina dei grappoli.
Fermentazioni naturali in cantina grazie ai lieviti indigeni dell’uva, affinamento in tonneaux (500 litri) e in botti grandi (1500 litri) prima dell’imbottigliamento.

A tema con il suo nome folgorante: Le Trame, una trama d’abbinamento mediterraneo eventuale è stata quella ben riuscita sere fa con una frittata di ricotta di pecora e za’atar la mistura profumatissima di spezie citriche nordafricane, al gusto d’agrumi verde-gialli, che ho riportato fresca fresca al mio rientro dal Libano e che proprio a Beirut ho mangiato in tutte le salse a colazione sulla tipica pizza medioerientale (manakish o za’atar manouche) oppure a pranzo e a cena sui loro caratteristici yogurt aciduli l’ayran, il labneh.img_5528Giovanna Morganti è appartata e generosa viticoltrice a San Felice. La sua casa è la cantina. Il suo mistico giardino segreto invece è la vigna dove alleva, dove cura come fossero bambini al nido, le piante di sangiovese – per la gran parte – e canaiolo, mammolo, colorino, foglia tonda. Le Trame, il suo Chianti Classico figlio – o figlia? – maggiore è quello da 10 e lode. Il declassato ad IGT invece si chiama 5 – battezzato così con sottintesa ironia come il voto scolastico senza infamia e senza lode che si appioppa agli scavezzacolli. Eppure io il 5 l’adoro proprio per questa sua fama di randagio svogliato, temperamento ribelle di “succo d’uva” indisciplinato che me l’ha reso incondizionatamente simpatico, fraterno fin da subito: robustezza di corpo, asprezza di frutto, sapidità di fossile marino (ma perché sanno di sale i fossili marini?).. lo venero il 5, lo amo proprio in quanto vivificante sale della vigna! Lo riconosco fratello di sangue e lo tracanno quale rivelazione più spontanea del terreno altrettanto aspro, salino, scosceso, dolcemente sassoso proprio come i solchi sulle mani di Giovanna, specchio fondo della sua anima tanto riflessiva in cantina eppure così iperattiva in vigna.dt-scheherazade-vaslav-nijinsky-golden-slave-boxer_620Da un foglietto volante ritrovo un breve appunto di qualche anno fa:

Podere “Le Boncie”: Le Trame (2012) e il 5 (2013) a confronto.

Giovanna e Giorgio, questo vostro sangiovese stupendo è un balletto del Bol’šoj in “equilibrio instabile” che coreografa nello spazio e nel tempo: dramma, felicità, eleganza, mistero.. inscenando alla perfezione la pantomima senza fine tra Uomo e Natura sempre in punta di piedi sull’orlo del precipizio dell’Annata.

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Al Podere “Le Boncie”, una perfetta giornata di sole autunnale con Gino Della Porta e Giovanna Morganti e il suo bellissimo paradiso di vigna alle nostre spalle!

13445397_1805743399653885_7606132054751870024_nIl vino di Giovanna è supremo amore, proporzione armonica d’intervalli gestuali tra il cielo, la mano, la zolla, l’acino.
Il vino di Giovanna canta e risuona rosso vivo nelle nostre vene al ritmo con la musica delle sfere celesti.
Il vino di Giovanna è una melodia liquida di struggente bontà salmastra, stoica bellezza, schietta onestà.
Il vino di Giovanna è sì il vino di Giovanna ma anche, sopra ogni cosa, è il vino di noi tutti che amiamo il vino nella sua imperfetta perciò sostanziosa e sostanziale umanità.