Da Emma pizzeria con cucina in via Monte della Farina per festeggiare il compleanno di un carissimo amico responsabilmente Bevitore e Indipendente .
Ogni tanto capita di ritornarci sopra sotto o dentro alla 2004 del Case Basse Riserva di Soldera.
Grandiosa bevuta, picchi insormontabili di toscanezza quella verace, bottiglia dalla luccicanza* smisurata: summa enciclopedica di sangiovesità brunellesca, spremitura mani e piedi dei raggi solari inumiditi alla macchia mediterranea. Caso alquanto raro oltretutto d’un vino inversamente proporzionale alla risaputa – credo risaputa anche da lui – “simpatia affabilità modestia” del produttore il cui nome sventaglia fiero in etichetta. I ragionamenti sul prezzo esoso li rimandiamo ad altra occasione, per il momento basti rilevare un paio di riflessioni contingenti relative al vino e alle genti che lo fanno. In una tina di questa 2004 sarebbe bello annidarsi ed essere nutriti come in una placenta materna; ma poi chi l’ha detto che il vino debba sopravvivere a chi lo fa? È un manufatto elaborato dall’uomo per l’uso dell’uomo no? Bene così dunque!