Perich/Partch – Universi microtonali
[Tristan Perich (1982) – Microtonal Wall]
L’installazione Microtonal Wall di Perich consiste di 1.500 altoparlanti, ognuno dei quali riproduce una singola frequenza microtonale, coprendo così collettivamente 4 ottave.
Harry Partch (1901 – 1974) compositore e teorico della musica californiano di Oakland è stato uno dei primi musicisti in occidente assieme a Lou Harrison ad utilizzare e a fare un uso sistematico della musica microtonale. Da giovane nel 1922 ha abbandonato dopo neppure due anni la School of Music della University of Southern California, insoddisfatto dall’insegnamento. Continua a studiare da autodidatta nelle biblioteche di San Francisco, è qui che scopre le On the Sensations of Tone di Hermann von Helmholtz una teoria musicale su base fisiologica, testo profetico per lui che lo illumina e ispira a dedicarsi tutta la vita alla musica basata su scale accordate nella giusta intonazione.
La musica microtonale è un tipo di armonia o organizzazione di suoni musicali, che utilizza intervalli più piccoli di quelli suonati in genere nella musica occidentale. Le chiavi musicali occidentali, o schemi di note, sono divise in mezze fasi e intere fasi. Il mezzo passo è l’intervallo più piccolo riconosciuto dalla musica occidentale. Nella musica microtonale vengono utilizzati intervalli inferiori a mezzo passo. Per un musicista educato a suonare sul modello di ottava di dodici note è difficile imparare a suonare musica microtonale perché il suo orecchio non saprebbe riconoscerne l’accordatura che richiede un senso dell’udito molto raffinato. Partch è il genere di musicista che si è inventato i propri strumenti musicali unici fatti su misura o ha manipolato degli adattamenti, applicato delle modifiche a strumenti già esistenti in modo da ottenere i microtoni. Nel suo Genesis of a Music Partch racconta proprio questo lavoro creativo di metodo pratico-teorico, a partire dagli strumenti costruiti ad hoc per ottenere le sfumature dei acustiche dei microtoni.
Partch componeva sul suo organo cromatico, con scale che dividono l’ottava in 43 toni disuguali derivati dalla serie armonica naturale; queste scale consentivano più toni di intervalli più piccoli rispetto all’accordatura occidentale classica, che utilizza dodici intervalli uguali all’ottava. Per suonare la sua musica, Partch ha costruito strumenti bizzarri dai nomi quali Chromelodeon, Quadrangularis Reversum, Zymo-Xyl. Partch ha definito la sua musica come corporea nettamente distinta dalla musica astratta, che percepiva come la tendenza dominante nella musica occidentale sin dai tempi di Bach. Le ultime composizioni del musicista di Oakland sono state produzioni teatrali integrate su larga scala in cui si aspettava che ciascuno degli artisti coinvolti cantasse, ballasse, parlasse e suonasse strumenti. Il teatro greco antico, il Kabuki e Nō giapponese hanno fortemente influenzato questo suo teatro musicale. Nel 1930 ha bruciato tutte le sue precedenti composizioni in un rifiuto radicale della tradizione concertistica europea. Partch è stato una specie di musicista nomade, ha fatto lavori saltuari per tanti anni, vivendo da vagabondo senza fissa dimora durante gli anni della Grande Depressione. Si è mantenuto poi ottenendo borse di studio, incarichi universitari e vendendo i suoi dischi per posta. Nel 1970 è stata creata la Harry Partch Foundation dai suoi seguaci per amministrare la musica e gli strumenti del compositore.
Qui una lista degli strumenti unici di Partch.
Alla metà degli anni ’30 Partch viaggia per l’Inghilterra dove incontra la musicologa Kathleen Schlesinger che aveva ricreato un kithara greca antica a partire dai frammenti di immagini su un vaso del British Museum. Dopo aver frequentato alcuni corsi di falegnameria nel 1938, si è costruito anche lui la sua prima Kithara su una scala che raddoppiava quella della Schlesinger.
Del 1957 sono le prime collaborazioni con la regista sperimentale
Madeline Tourtelot di cui allego Windsong.
Paul Simon per il suo album Stranger to Stranger del 2016 ha utilizzato alcuni degli strumenti di Partch per scrivere le sue canzoni. Nel 2004, il disco di Partch US Highball è stato selezionato dal National Recording Preservation Board della Library of Congress come “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo”.
Questo disco mitico del 1946 è un resoconto del viaggio transcontinentale di “Slim” il vagabondo in musica per voce. Dal punto di vista compositivo e geografico è suddiviso in tre sezioni: un “highball”introduttivo (bevanda alcolica allungata con seltz, il bicchiere alto dove in genere è servito si chiama highball) da Carmel in California, a Green River nel Wyoming; un movimento centrale di reminiscenze dell’hobo a Little America in Wyoming; e un ultimo “highball” lungo la strada da Little America a Chicago.
Il suo ultimo lavoro finito è del 1972 ed è la colonna sonora di The Dreamer that Remains di Betty Freeman: