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Freund/Ravel – anni ’20/30

20 Gennaio 2023
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Freund/Ravel – anni ’20/30Gisèle Freund, Femme assoupie sur un banc, Paris, 1933

[Gisèle Freund, Femme assoupie sur un banc, Paris, 1933]

La Sonata per violino n.2 (1923-1927) di Maurice Ravel (1875-1937) è un’opera scritta per violino e pianoforte. Questa composizione richiese quattro anni di elaborazione che vanno dal 1923 al 1927. Ravel si ispirò alla musica d’America, cioè al jazz e al blues, la cui influenza è evidente soprattutto nel secondo movimento.

Allievo di Gabriel Fauré al conservatorio di Parigi, nel 1910 è stato uno dei fondatori della Société Musicale Indépendante. Conosce Serge Diaghilev per il quale scrive il balletto Daphnis et Chloé, 1906-1912. Sarà grazie a Igor Stravinskij che entrerà a contatto con la musica di Schönberg da cui rimarrà positivamente impressionato.Maurice Ravel

L’attenzione al magico e al fiabesco, accompagnata da un’analisi minuziosa della realtà, e la suggestione del mondo infantile e animale si realizzano con tecniche varie: jazz, vedi anche: Concerto pour la main gauche en ré majeur, 1930, folklore basco (Trio, 1914, per pianoforte, violoncello e violino), formule neoclassiche, che coesistono in una coerente unità stilistica.

Quando Ravel viveva a Montfort-l’Amaury, in Francia, accompagnava Helen Jourdan-Morhange con la quale condivideva l’amore per il jazz. Ravel sempre in quegli stessi anni aveva avuto modo di vedere la band di W.C. Handy a Parigi che rappresentava il meglio dello stile blues di St. Louis.Helen Jourdan-Morhange

Nella Sonata ha applicato le forme tecniche e melodiche del blues. Stilisticamente molto diversa dai primi lavori di Ravel: la musica utilizza la bitonalità, la gestione orizzontale delle voci che Erik Satie amava e le armonie di durezza stridente, che Igor Stravinsky iniziava a far sue. Satie e Stravinsky potrebbero aver influenzato l’apertura del nuovo periodo creativo in cui il blues della sonata di Ravel ha segnato un punto culminante.

La Sonata per violino n. 2, è divisa in tre movimenti:

1. Allegretto;

2.Blu. Moderato;

3. Perpetuum mobile.

Gisèle Freund, Les goudronneurs, Paris, 193
Gisèle Freund, Les goudronneurs, Paris, 1931

Reinhardt/Shostakovich – 1938

19 Gennaio 2023
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Reinhardt/Shostakovich – 1938Ad Reinhardt Untitled 1938

[Ad Reinhardt, Untitled 1938]

L’arte astratta ha la sua integrità” è una dichiarazione di Reinhardt del 1962. Sebbene abbia scritto queste parole più di due decenni dopo aver dipinto quest’opera senza titolo, si è dedicato all’astrazione fin dai suoi primi giorni come artista. I suoi primi lavori degli anni ’30 mostrano il suo interesse per l’astrazione geometrica europea e una forte attenzione al colore. Qui contrasta l’intreccio di forme dai bordi netti con un’elevata componente cromatica su uno sfondo grigio tenue. Reinhardt crea un’energia pulsante in questo lavoro attraverso il suo uso del colore compensando i colori più freddi, tra cui blu, viola e verde, contro quelli più caldi, come rosso, arancione e giallo. Tale orchestrazione visiva fa sì che l’occhio salti sulla superficie della tela, un’esperienza che l’artista tenderà ad attenuare sempre più nei suoi lavori successivi.

Ad Reinhardt Study for a painting 1938

 

Dmitri Shostakovich (1906-1975).

Le incursioni vivaci e accattivanti di Shostakovich nella musica popolare del suo tempo pure se sono lontane anni luce dal lavoro di veri maestri del jazz tipo Jelly Roll Morton o Duke Ellington, dicono qualcosa di significativo sull’esperienza jazzistica di Shostakovich, come dimostrerà il confronto di queste colorate suite jazz chaplinesche con la musica più o meno contemporanea di Gershwin, Milhaud, Martinu, Roussel e altri. Shostakovich si è impegnato in una forma di parodia particolarmente fragile, quasi mahleriana – i suoi concerti ne sono pieni – e questo è ciò che emerge con maggior forza qui. Inoltre, e come osserva a ragione Elizabeth Wilson, il “vero” jazz era trattato con sospetto nella Russia sovietica e l’esposizione di Shostakovich al jazz era quindi assai limitata.

Le due Jazz Suite furono composte negli anni ’30, la prima in risposta a un concorso per “innalzare il livello del jazz sovietico da musica popolare dei caffè a musica con una sua propria nobità professionale”. La seconda su richiesta dell’allora neonata Orchestra Jazz di Stato.Jazz Album Shostakovich Riccardo Chailly

Dmitri Shostakovich, The Jazz Album (1938)

  1. Jazz Suite No. 1: 1. Waltz
  2. Jazz Suite No. 1: 2. Polka
  3. Jazz Suite No. 1: 3. Foxtrot
  4. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 1. Allegretto
  5. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 2. Lento
  6. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 3. Moderato
  7. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 4. Allegro con brio
  8. Jazz Suite No. 2: 1. March
  9. Jazz Suite No. 2: 2. Lyric Waltz
  10. Jazz Suite No. 2: 3. Dance I
  11. Jazz Suite No. 2: 4. Waltz I
  12. Jazz Suite No. 2: 5. Little Polka
  13. Jazz Suite No. 2: 6. Waltz II
  14. Jazz Suite No. 2: 7. Dance II
  15. Jazz Suite No. 2: 8. Finale
  16. Tahiti Trot (after Vincent Youmans’ “Tea for Two”)

Ronald Brautigam, piano (4-7)
Peter Masseurs, trumpet (4-7)
Royal Concertgebouw Orchestra
Riccardo Chailly, conductor

Date di registrazione: 1988 (4-7), 1990 (1-3), 1991 (8-16)

Léger/Milhaud – 1922/1923

17 Gennaio 2023
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Creation du monde 2 Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922
[Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922, MOMA NYC]
Darius Milhaud (1892-1974) fa parte del Gruppo dei Sei (Le Groupe des Six).
La Création du monde (1922-1923) su libretto di Blaise Cendrars è un balletto commissionato dai Ballets Suédois, i successori svedesi dei Ballets Russes di Diaghilev, dove il compositore interpreta l’evoluzione stilistica operata in Francia Neglia anni ’10-’20 del ‘900 in direzione di una maggiore chiarezza, nettezza e concisione delle linee strumentali.
Ouverture
 Le chaos avant la création
 La naissance de la flore et de la faune
 La naissance de l’homme et de la femme
 Le désir
 Le printemps ou l’apaisement
Questo pezzo riflette l’affinità della musica colta verso il Jazz, e una secolare propensione francese per l’esotico. L’orecchio di Milhaud era molto suscettibile a tutti i tipi di influenze, ma era un diverso tipo di esotismo che lo attraeva. Gli apparteneva sia la Parigi di Le Jazz Hot e di Josephine Baker, sia quella dei dipinti e delle sculture di Picasso ispirate alle maschere africane. Nel 1920 l’eleganza africana (e afroamericana) stava invadendo Parigi e questo balletto potrebbe essere stato il tentativo calcolato a tavolino dei Ballets Suédois di attingere a piene mani da questa “moda”.
Creation du monde 4Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922
Milhaud la prima volta che ha ascoltato un gruppo jazz americano ne è rimasto talmente affascinato che si è traferito per un periodo a New York per girare nei jazz club e bar musicali, visitare Harlem e in generale frequentare musicisti jazz. Tornato in Francia, iniziò a scrivere in quello che chiamava un “idioma jazz”. Il musicista marsigliese non si è avventurato in profondità nel vero linguaggio del jazz, scegliendo invece liberamente di colorare la sua musica con giri di armonie e melodie blues, ritmi pesanti e climax oscillanti. Le influenze jazz emergono in molte delle sue opere, ma la composizione di questo balletto è stata la prima grande opportunità per esprimere la sua nuova passione. Anche la formazione strumentale attinge ai suoi ricordi di New York: “In alcuni spettacoli”, ricorda Milhaud, “i cantanti erano accompagnati da flauto, clarinetto, trombe, trombone, una complicata sezione di percussioni suonata da un solo uomo, pianoforte e quartetto d’archi.”
Milhaud Notes sans Musique
L’originale politonalità di Milhaud è intesa come dilatazione della tonalità. Spirito artigianale e prolificità creativa, lascia una mole sterminata di lavori, circa 700. Sperimentalismo e antidogmatico caratterizzano la sua opera, scritta sia per piccolo ensemble che per orchestra, vicina all’impressionismo nel delicato lirismo, o ironica, con influssi di Satie di cui era amico al quale dedica un saggio critico nel 1946. Singolare la sua autobiografia “Note senza musica”, preziosa testimonianza della lunga e creativa stagione della musica francese del XX secolo.
I costumi de La Création sono stati disegnati da Fernand Léger (che ha anche creato la scenografia). Funzionavano magnificamente dal punto di vista visivo, ma i ballerini lo ricordano come un inferno coreografico: costumi pesanti e rigidi che rendevano quasi impossibile muoversi liberamente.
Direttore: Michael Tilson Thomas
Orchestra: New World Jazz + New World Symphony

Creation du Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922

Arp/Roussel – 1928

16 Gennaio 2023
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1254940 Configuration, 1927-1928, by Hans Arp (1886-1966). France, 20th century. by Arp, Hans (Jean) (1887-1966); Kunstmuseum, Basel, Switzerland; (add.info.: Configuration, 1927-1928, by Hans Arp (1886-1966). France, 20th century. Basel, Kunstmuseum (Art Museum)); © NPL - DeA Picture Library / M. Carrieri. Please note: This photograph requires additional permission prior to use. If you wish to reproduce this image, please contact Bridgeman Images and we will manage the permission request on your behalf.
Arp, Hans (Jean), Configuration, 1927-1928, Kunstmuseum, Basel

 

[Hans (Jean) Arp (1886-1966), Configuration, 1927-1928, Basel, Kunstmuseum]
Albert Roussel (1869-1937), allievo di Vincent d’Indy, dal 1902 per un decennio insegna a Parigi presso la Schola Cantorum. Il suo stile è modale e acquista particolare fascino tramite inserti esotici.
Nel campo della musica strumentale i lavori di Roussel presentano marcata ritmicità, politonalità, concisione formale e inserti umoristici, come nel Divertissement Op. 6 for wind quintet and piano (1906 per 6 strumenti).
I suoi primi lavori sono influenzati dall’Impressionismo di Debussy e Ravel. Ha studiato armonia con Julien Koszul, nonno del compositore Henri Dutilleux. Roussel ha anche insegnato, suoi studenti sono stati Erik Satie e Edgard Varèse. Incuriosito dalla musica jazz, Roussel ha scritto una composizione pianoforte-voce intitolata “Jazz dans la nuit op. 38” (1928) su una poesia di René (Auguste Louis Henri) Dommange (1888 – 1977). Brano simile nell’ispirazione ad altre opere di impronta jazz come il secondo movimento della Sonata per violino di Ravel o La création du monde di Milhaud.
Le bal, sur le parc incendié
Jette ses feux multicolores,
Les arbres flambent, irradiés,
Et les rugissements sonores
Des nègres nostalgiques, fous,
Tangos nerveux cuivres acerbes,
Étoufent le frôlement doux
Du satin qui piétine l’herbe.
Que de sourires épuisés,
À l’ombre des taillis complices,
Sous la surprise des baisers consentent
Et s’évanouissent…
Un saxophone, en sanglotant
De longues et très tendres plaintes,
Berce à son rythme haletant
L’émoides furtives étreintes.
Passant, ramasse ce mouchoir,
Tombé d’un sein tiède, ce soir,
Et qui se cache sous le lierre;
Deux lèvres rouges le signèrent,
Dans le fard, de leur dessin frais,
Il te livrera, pour secrets,
Le parfum d’une gorge nue
Et la bouche d’une inconnue.
Constellation According to the Laws of Chance c.1930 Jean Arp (Hans Arp) 1886-1966 Bequeathed by E.C. Gregory 1959 http://www.tate.org.uk/art/work/T00242
Constellation According to the Laws of Chance c.1930 Jean Arp (Hans Arp)