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Sottsass/Gaslini/Paci – Relazioni col tempo

31 Gennaio 2023
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Sottsass/Gaslini/Paci – Relazioni col tempo

Ettore Sottsass (1917 – 2007), Ceramiche 1957
Ettore Sottsass, Rochetti series, Bitossi (1959)

In accordo con il Movimento Artistico Arte Concreta (MAC) che attinge a forme e colori intesi come libera espressione della personale immaginazione dell’artista, la ricerca di Sottsass sul rapporto tra spazio, forma e colore si concretizza nel campo delle arti applicate: attraverso l’uso di un materiale plastico come l’argilla il designer è stato in grado di dare voce ai suoi pensieri e alle sue emozioni più profonde. 

«La ceramica è un materiale affascinante: si presenta morbida e grigia […] ma una volta purificata dal fuoco, radiante, diventa improvvisamente eterna»
Ettore Sottsass 

Ettore Sottsass, Arredamento casa Tretti (1957)

Giorgio Gaslini (1929 – 2014).

Il musicista milanese fin da giovane ha sempre avuto un approccio da sperimentatore curioso e multidisciplinare alla musica tentando una sintesi tra il jazz e il mondo della musica classica-contemporanea, fino alle commistioni con la musica popolare, la canzonetta, il cinema. Sul finire degli anni 40 Gaslini resta affascinato dagli arrangiamenti delle grandi orchestre jazz americane, Stan Kenton lo interessava tra tutti: 

“Ascoltare Stan Kenton è stata una delle esperienze più affascinanti della mia vita, le sue orchestrazioni erano stereofoniche grazie a una scrittura musicale verticale. Kenton era stato allievo di Edgard Varèse che scriveva in questo modo. Varèse diversamente dai compositori classici scriveva il suo racconto musicale cercando di fermare il tempo, di rarefarlo, attraverso piramidi di suoni diversi, creando delle macchie di colore statiche, soprattutto con la sezione degli ottoni. In questo modo il flusso orizzontale, tipico dei compositori romantici, veniva in qualche modo travolto. Attraverso la musica di Varèse sono tornato ad ascoltare la musica contemporanea approfondendo i compositori della Scuola di Vienna e Igor Stravinskij

Neppure diplomato al conservatorio nel 1957 compone la suite per ottetto Tempo e relazione op. 12, considerata una delle sue opere più significative, un vero e proprio manifesto musicale dell’approccio estetico alla Musica Totale, sintesi singolare di musica colta e jazz.

Dall’e.p. “TEMPO E RELAZIONE Op. 12”

– La Voce Del Padrone 1957 –

(ristampa in “L’Integrale – Antologia Cronologica no. 1 [1948-63]”, Soul Note 1997)

a Lento – Veloce, Giusto 

b Molto Lentamente 

c Lento Vivo 

d Moderato, Soave 

e Tempo Primo 

Basso Acustico – Giovanni Alceo Guatelli

Clarinetto, Alto Saxophone – Lorenzo Nardini

Batteria – Gil Cuppini

Flauto – Gastone Tassinari

Oboe – Mario Loschi

Piano – Giorgio Gaslini

Trombone – Ceroni Raul

Tromba – Giulio Libano

Registrato a Milano, 11 Febbraio, 1957

Le idee musicali, le riflessioni filosofiche in nuce a questo pezzo cameristico in cinque parti saranno articolate e sistematizzate nel giro di quasi venti anni da un Manifesto del 1964-1965, e poi nel saggio del 1975 intitolato appunto Musica Totale. Intuizioni, vita ed esperienze musicali nello spirito del ’68. Anche qui l’afflato multidisciplinare è evidente, la fusione tra musicisti di ambito strettamente accademico e musicisti spiccatamente jazz ad esempio, così come il collegamento tra discipline all’apparenza dissimili come la filosofia e la musica, nonostante la densa riflessione di Adorno nei suo libri di tema musicale.

Il titolo della suite sottolinea l’affinità con la fenomenologia del filosofo Enzo Paci, fondatore nel 1951 della Rivista Aut-Aut.

“L’arte è comunicazione perché toglie gli uomini dalla morte della solitudine e dalla notte dell’inconscio.”

Enzo Paci, Tempo e Relazione (Torino, Taylor, 1954).

Di Enzo Paci ricordo un libricino che ho amato molto, scoperta illuminante degli anni universitari, il suo Diario Fenomenologico edito da Il Saggiatore (1961) nella mitica collana Le Silerchie creata da Giacomo Debenedetti. Questo Diario è un raro esempio nella nostra letteratura filosofica dove un accademico, Paci insegnava Filosofia Teoretica all’università, si mette in discussione di persona o meglio attraverso l’esercizio della scrittura diaristica e di osservazione della realtà interna ed esterna a lui, applica dal vivo la fenomenologia di matrice husserliana come metodo filosofico incarnata nel quotidiano e non come arida disciplina di studio. Certo sulla scia autoanalitica delle pagine più sincere de L’Être et le Néant o angosciose de La Nausée di Sartre.

Nel 1961 Gaslini vince il Nastro d’Argento per le musiche del film di Antonioni La Notte.

La mia impressione insistente su Antonioni è che a rivedere alcuni suoi film oggi sono stucchevolmente datati, soprattutto la trilogia dell’alienazione realizzata tra il 1960 e il 1962, di cui La Notte è il secondo pannello assieme a L’Avventura e L’Eclisse. La colonna sonora scritta da Gaslini invece suona ancora adesso fresca, contemporanea, bellissima con i suoi umori neri notturni sul genere di Miles Davis che il 4 e 5 Dicembre del 1957 a Le Poste Parisien Studio di Parigi aveva sonorizzato l’angosciante Ascenseur pour l’échafaud di Louis Malle.

Riporto qui sotto un estratto della scheda redatta dal Mereghetti sul La Notte (1961) di Michelangelo Antonioni, e aggiungo che l’incapacità di trasformare il disagio esistenziale in coscienza critica da parte del regista è forse il segno più inconfondibile che le vaghezze e le ambiguità non indicavano solo una crisi apparente dei personaggi ma evidentemente erano reali, diffuse almeno in certi ambienti borghesi su cui il cinema e lo stesso Antonioni hanno campato per anni:

“Antonioni descrive una condizione di disagio esistenziale e l’ambienta dentro uno spazio che schiaccia l’individuo con il suo caos tecnologico e neocapitalistico, finendo per raccontare solo le vaghezze e le ambiguità di uno sconcerto esistenziale incapace di trasformarsi in vera coscienza critica.”

Approfondimenti

Ettore Sottsass, Bacterio Manufacturer Abet Laminati – designed 1978, manufactured 2017

Bacterio è solo uno dei tanti pattern che Sottsass ha sviluppato per Abet Laminati, produttore italiano di laminati plastici. Sottsass ha iniziato a sperimentare il materiale sui suoi Superbox nel 1966, progettando stand fieristici per Abet nel 1970.

Ettore Sottsass jr.– Disegno per i Superbox

I laminati sono diventati la tavolozza principale da cui i designer di Memphis hanno basato le loro impiallacciature di mobili e tessuti. Il motivo deriva da materiali e oggetti comuni e quotidiani: terrazzo, maglie di catena, spugne. Per Bacterio, Sottsass ha dettagliato la trama superficiale e la forma di un tempio buddista a Madurai, in India, che ha poi astratto in un campo di scarabocchi neri.