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Vino quotidiano schietto fatto di suoni, rumori, visioni, silenzi. Costellazione multimediale di saperi.
/Carta stellare di Dunhuang, una delle più antiche mappe stellari conosciute dall'uomo. Risale alla dinastia Tang, tra il 600 e il 900 a.C. circa./

Arte Indigena e Musica Popolare Brasiliana

26 Gennaio 2023
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Arte indigena e Musica Popolare Brasiliana

Ailton Krenak

Ailton Krenak, uno dei principali artisti e filosofi indigeni, ha parlato della mostra Véxoa (nós sabemos) come di “un’opportunità per esporre i tempi estremamente avversi che gli indigeni stanno vivendo a causa della violenza politica perpetrata contro i loro diritti dallo Stato brasiliano.”

La Pinacoteca do Estado de São Paulo è diventato il primo museo in oltre 100 anni ad ospitare una mostra d’arte indigena contemporanea. La mostra presenta 23 artisti indigeni di varie etnie in tutto il Brasile.

Ailton Krenak

Il nome Véxoa deriva dalla lingua Terena e si traduce in “Sappiamo“. La mostra mira a rompere gli stereotipi che circondano le comunità indigene in Brasile. Il curatore del museo ha scelto una varietà di opere indigene che sono sia contemporanee che tradizionali. Il museo include una politica di diversità ma non raggruppa il gruppo indigeno dell’artista per etnia o cronologia al fine di enfatizzare l’universalismo delle esperienze condivise dalle comunità native poiché più di 300 gruppi indigeni risiedono attualmente in Brasile secondo il documentarista e cineasta Olinda Yawar.

La mostra comprende film indigeni, fotografie, ceramiche, ricami e materiali naturali.

Belchior (1946 – 2017) cantautore del Ceará è considerato una sorta di Bob Dylan brasiliano. Pubblicò il disco Alucinação nel 1976 considerato uno dei grandi capolavori della musica brasiliana in generale e della MPB Música popular brasileira, genere musicale popolare-urbano post-bossa nova influenzato dal Tropicalismo (Tropicália) e che rivisita stili tipici brasiliani come samba, samba-canção e baião e altra musica regionale, fusi con jazz e rock. Jorge Ben Jor, Ivan Lins, Novos Baianos, Dominguinhos sono alcuni dei musicisti più noti della MPB.

Ailton Krenak, O presente do fogo

Josely Teixeira Carlos dell’Università di São  Paulo al tempo scrisse che l’album di Belchior racchiudeva nelle sue canzoni la somma dei sentimenti di un’intera generazione di brasiliani emigrati dalla vastità amazzonica delle campagne nel mezzo della grande città.

Ailton Krenak, Musica do Vento

Alucinação in effetti è un disco che racchiude molti umori neri ma anche ironia e disincanto che fanno esprimere al musicista rabbia, angoscia, alienazione e senso di impotenza, nostalgia delle origini e della libertà perduta, la fine dei sogni flower power dal punto di vista di un cantante brasiliano.

La foto di copertina dell’album raffigura Belchior, è uno scatto del fotografo Januário Garcia. I giochi di luce e colore sono stati ottenuti con l’effetto Sabattier o pseudosolarizzazione.

Approfondimenti:

Ailton Krenak, Os filhos cantam para nascer

Perich/Partch – Universi microtonali

25 Gennaio 2023
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Perich/Partch – Universi microtonali

[Tristan Perich (1982) –  Microtonal Wall]

L’installazione Microtonal Wall di Perich consiste di 1.500 altoparlanti, ognuno dei quali riproduce una singola frequenza microtonale, coprendo così collettivamente 4 ottave.

Harry Partch (1901 – 1974) compositore e teorico della musica californiano di Oakland è stato uno dei primi musicisti in occidente assieme a Lou Harrison ad utilizzare e a fare un uso sistematico della musica microtonale. Da giovane nel 1922 ha abbandonato dopo neppure due anni la School of Music della University of Southern California, insoddisfatto dall’insegnamento. Continua a studiare da autodidatta nelle biblioteche di San Francisco, è qui che scopre le On the Sensations of Tone di Hermann von Helmholtz una teoria musicale su base fisiologica, testo profetico per lui che lo illumina e ispira a dedicarsi tutta la vita alla musica basata su scale accordate nella giusta intonazione.

La musica microtonale è un tipo di armonia o organizzazione di suoni musicali, che utilizza intervalli più piccoli di quelli suonati in genere nella musica occidentale. Le chiavi musicali occidentali, o schemi di note, sono divise in mezze fasi e intere fasi. Il mezzo passo è l’intervallo più piccolo riconosciuto dalla musica occidentale. Nella musica microtonale vengono utilizzati intervalli inferiori a mezzo passo. Per un musicista educato a suonare sul modello di ottava di dodici note è difficile imparare a suonare musica microtonale perché il suo orecchio non saprebbe riconoscerne l’accordatura che richiede un senso dell’udito molto raffinato. Partch è il genere di musicista che si è inventato i propri strumenti musicali unici fatti su misura o ha manipolato degli adattamenti, applicato delle modifiche a strumenti già esistenti in modo da ottenere i microtoni. Nel suo Genesis of a Music Partch racconta proprio questo lavoro creativo di metodo pratico-teorico, a partire dagli strumenti costruiti ad hoc per ottenere le sfumature dei acustiche dei microtoni.

Partch componeva sul suo organo cromatico, con scale che dividono l’ottava in 43 toni disuguali derivati ​​dalla serie armonica naturale; queste scale consentivano più toni di intervalli più piccoli rispetto all’accordatura occidentale classica, che utilizza dodici intervalli uguali all’ottava. Per suonare la sua musica, Partch ha costruito strumenti bizzarri dai nomi quali Chromelodeon, Quadrangularis Reversum, Zymo-Xyl. Partch ha definito la sua musica come corporea nettamente distinta dalla musica astratta, che percepiva come la tendenza dominante nella musica occidentale sin dai tempi di Bach. Le ultime composizioni del musicista di Oakland sono state produzioni teatrali integrate su larga scala in cui si aspettava che ciascuno degli artisti coinvolti cantasse, ballasse, parlasse e suonasse strumenti. Il teatro greco antico, il Kabuki e Nō giapponese hanno fortemente influenzato questo suo teatro musicale. Nel 1930 ha bruciato tutte le sue precedenti composizioni in un rifiuto radicale della tradizione concertistica europea. Partch è stato una specie di musicista nomade, ha fatto lavori saltuari per tanti anni, vivendo da vagabondo senza fissa dimora durante gli anni della Grande Depressione. Si è mantenuto poi ottenendo borse di studio, incarichi universitari e vendendo i suoi dischi per posta. Nel 1970 è stata creata la Harry Partch Foundation dai suoi seguaci per amministrare la musica e gli strumenti del compositore.

Qui una lista degli strumenti unici di Partch.

Alla metà degli anni ’30 Partch viaggia per l’Inghilterra dove incontra la musicologa Kathleen Schlesinger che aveva ricreato un kithara greca antica a partire dai frammenti di immagini su un vaso del British Museum. Dopo aver frequentato alcuni corsi di falegnameria nel 1938, si è costruito anche lui la sua prima Kithara su una scala che raddoppiava quella della Schlesinger.

La Biografia di Harry Partch scritta da Bob Gilmore

Del 1957 sono le prime collaborazioni con la regista sperimentale

Madeline Tourtelot di cui allego Windsong.

Madeline Tourtelot (1915-2002)

Paul Simon per il suo album Stranger to Stranger del 2016 ha utilizzato alcuni degli strumenti di Partch per scrivere le sue canzoni. Nel 2004, il disco di Partch US Highball è stato selezionato dal National Recording Preservation Board della Library of Congress come “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo”.

Questo disco mitico del 1946 è un resoconto del viaggio transcontinentale di “Slim” il vagabondo in musica per voce. Dal punto di vista compositivo e geografico è suddiviso in tre sezioni: un “highball”introduttivo (bevanda alcolica allungata con seltz, il bicchiere alto dove in genere è servito si chiama highball) da Carmel in California, a Green River nel Wyoming; un movimento centrale di reminiscenze dell’hobo a Little America in Wyoming; e un ultimo “highball” lungo la strada da Little America a Chicago.

Il suo ultimo lavoro finito è del 1972 ed è la colonna sonora di The Dreamer that Remains di Betty Freeman:

Sesemann/Aho – Finlandia

24 Gennaio 2023
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Elga Sesemann Nude, 1945
Elga Sesemann, Nude, 1945

Sesemann/Aho – Finlandia

[Elga Sesemann (1922 -2007), pittrice neoromantica finlandese. L’arte figurativa della Sesemann esprime una fusione di pessimismo, spiritualità, realismo, fantasia che ha rappresentato un’espressione visiva delle ansie generali dell’epoca. Influenze varie tra cui l’Espressionismo tedesco , il Surrealismo, la pittura Metafisica. Nei suoi impressionanti ritratti o paesaggi urbani venati di malinconia, alienazione esistenziale e senso di straniamento, la Sesemann ha affrontato il trauma della guerra, dell’angoscia di vivere, della perdita.

Qui un documento in pdf sulle donne finlandesi artiste nel mondo moderno.]

La pittrice nel suo studio a Ruovesi nel 1998
La pittrice nel suo studio a Ruovesi nel 1998

Elga Sesemann Flower Saleswoman, Kukkaismyyijä, Ateneum, Finnisc Nationa Gallery Helsinky
Elga Sesemann, Flower Saleswoman, Kukkaismyyijä, Ateneum, Finnish National Gallery Helsinky

Kalevi Aho (1943) nato a Forssa in Finlandia. Ha cominciato giovanissimo a suonare da autodidatta sia il mandolino poi a studiare il violino oltre a comporre musica. Nel 1968 si trasferisce a Helsinki per studiare composizione alla Sibelius Academy con Einojuhani Rautavaara. Dal 1992 è il compositore ufficiale della Lahti Symphony Orchestra. Aho è un musicista prolifico. Fino al 2021 ha composto 17 sinfonie, 37 concerti, 5 opere, musica da camera per quintetti, quartetti, suonate e composizioni per strumenti singoli tipo questa che allego per trombone: Solo XIII (2018) – prima esecuzione assoluta. Rocco Rescigno, trombone 31 maggio 2019 Auditorium Elio Venier, Pasian di Prato (UD).

Qui una lista delle sue composizioni.

Kalevala

Aho si è anche occupato dell’influenza del Kalevala nella musica. Kalevala è il poema nazionale finnico, composto da Elias Lönnrot (1802-1884), che integrò migliaia di canti popolari epici e lirici da lui stesso trascritti nei villaggi della Finlandia e della Carelia, al fine di creare un épos unitario e di vasto respiro.Kalevala Mediterranee

Pubblicato nel 1835/1849, il Kalevala fu il fulcro attorno al quale la Finlandia costruì la sua identità nazionale e fondò la propria letteratura. Questo libro raccoglie articoli scritti dai maggiori studiosi di mitologia finnica: il mito del sampo; la morte di Lemminkäinen; i riti per la caccia all’orso; il ruolo di Maria nei canti popolari; gli incantesimi del Kalevala; l’enigma del dio Suuri Synty e i suoi legami con l’altro mondo. Oltre agli articoli sulla profonda influenza che il Kalevala ha avuto sulla letteratura, la musica colta e popolare, la percezione delle arti figurative e le esperienze teatrali. Il libro comprende un articolo di V.M. Piludu dedicato alla storia culturale del Kalevala in Italia.

Qui la PREFAZIONE ALL’UUSI KALEVALA (1849)

Elga Sesemann, 1987
Elga Sesemann, 1987

Nauman/Oliveros – anni ’60

23 Gennaio 2023
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Nauman/Oliveros – anni ’60Bruce Nauman,Self Portriat as a fountain 1966-1967

[Bruce Nauman (1941) – Self Portrait as a Fountain 1966–1967, printed 1970]. 

Nauman approfondisce la questione dell’arte più come attività (performance) che come prodotto, è attratto dalla natura della comunicazione e dai problemi connaturati al linguaggio che impegnano il ruolo dell’artista come presunto comunicatore e manipolatore di simboli visivi.

Pauline Oliveros (1932-2016) è stata una compositrice di Houston (Texas), ha studiato composizione a San Francisco 1954 con Terry Riley e Robert Erickson (Night Music, 1978).

Dal 1960 con il suo approccio scientifico all’improvvisazione dei suoni profondi ha esplorato i procedimenti tonali “alternativi” (armonici e sovratoni) nel sestetto Variations For Sextet (per flauto, clarinetto, tromba, corno, violoncello, pianoforte) celebrato dalla critica. (Sound Patterns, 1961) è considerato invece uno dei primi lavori corali senza parole in cui venivano impiegati sistematicamente tutti i suoni “non musicali” emessi da lingua e labbra.artmakeup2-17tzd4j[Bruce Nauman, “Art Make-Up, 1967, Video. Nauman coperto di trucco bianco, rosa, verde e nero in un loop di 42 minuti. Il filmato di performance art, affronta i temi dell’essere osservati e sorvegliati.]

Sempre nel 1961 la Oliveros collabora con Morton Subotnick (1933), Ramon Sender (1934) ed altri sperimentatori sonori con i quali fondano a San Francisco il Tape Music Center, dove rimarrà fino al 1967. Insegna musica elettronica all’Università di San Diego.

And Don’t Call Them ‘Lady’ Composers è un articolo molto interessante della Oliveros. Scritto originariamente su invito del critico musicale Theodore Strongen del New York Times, edito nella sezione Arts and Leisure il 13 settembre 1970. L’articolo fu poi ristampato in Software for People, Collected Writings 1963-1980, la raccolta di saggi di Pauline Oliveros [Smith Publications: Baltimore, MD, 1984].

Early Electronic Works 1959-66/Sub Rosa

Mnemonics III 17:28

V of IV 14:44

Time Perspectives 19:30

Once again / Buchla piece 19:19

Questi primi lavori rappresentano il suo primo e definitivo contributo alla musica su nastro e elettronica della fine degli anni ’50 e ’60 attraverso una sistematica esplorazione dei suoni elettronici.

“Il mio lavoro con la musica elettronica inizia nel 1959. Il primo pezzo su nastro era un lavoro ambizioso a quattro canali chiamato Time Perspectives (1959). È stato realizzato registrando piccoli suoni da oggetti che risuonavano su una parete di legno e cambiando la velocità del nastro. Ho usato tubi di cartone come filtri inserendo il microfono nel tubo e registrando le sorgenti attraverso i tubi. Ho usato la mia vasca da bagno come camera riverberante.” 

Robert Crumb Keep on Truckin

Le sue partiture si caratterizzano per un uso spregiudicato della musica concreta e della musica elettronica con supporto informatico. Il linguaggio sonoro parte dalle sollecitazioni visive, rumoristiche e ambientali della cultura americana, sfruttando ogni sorgente di suono reale o virtuale che sia.

Leggi il libro di Pauline Oliveros in pdf: Deep Listening A composer’s Sound Practice

Deep ListeningLa musica prodotta dalla Oliveros nell’ultima parte della sua vita richiama il respiro stesso della vita, in particolare i suoi brani per fisarmonica, spesso eseguiti da lei stessa.

La vocazione all’insegnamento e all’educazione all’ascolto ha portato alla creazione del Center for Deep Listening.

Allego un TED a Indianapolis del 2015, un anno prima della sua morte, dove Pauline Oliveros illustra la differenza niente affatto scontata tra sentire e ascoltare che riguarda principalmente l’educazione della nostra mente musicale.

L‘orecchio sente, il cervello ascolta, il corpo percepisce vibrazioni. (…) Ascoltare è la pratica di una vita che dipende dalle nostre esperienze accumulate relative al mondo sonoro. Ascoltare è un processo misterioso che non è lo stesso per tutti.”

Pauline Oliveros

The difference between hearing and listening | Pauline Oliveros | TEDxIndianapolis

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Escher/Parmegiani – Creazioni del Mondo in Xilografia e Musica Acusmatica

22 Gennaio 2023
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Escher/Parmegiani – Creazioni del Mondo in Xilografia e in Musica Acusmatica

Escher Metamorphose 2

I giorni della Creazione di Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è un nucleo di sei xilografie realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926 che illustra i primi sei giorni della Creazione del Mondo.

Allego un documento video tratto da Rai Cultura dove Enzo di Martino presenta la tecnica della Xilografia.

Quest’altro invece è il film sul grande artista olandese realizzato da Robin Lutz nel 2018 intitolato Journey to Infinity.

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Bernard Parmegiani (1927-2013), nel 1963 ha composto Violostries per una performance del Théâtre Contemporain d’Amiens diretta da Jacques-Albert Cartier, considerato un esempio paradigmatico della musica acusmatica per violino e nastro magnetico. Nel 1964 ha scritto le musiche per Jeux des Anges e nel 1981 per Docteur Jekyll et les femmes entrambi di Walerian Borowczyk. La musica per il cortometraggio animato Jeux des Anges è ispirata ai canti dei campi di concentramento polacchi, che a partire da una serie di dipinti dello stesso Borowczyk, trasporta lo spettatore in un mondo labirintico da incubo, il mondo sinistro dello sterminio di massa. Un richiamo ai dipinti apocalittici di Bosch ed Ernst, “un rapporto sulla città degli angeli“.

Alla fine degli anni ’60 Parmegiani intraprende un viaggio in America dove ha modo di approfondire le affinità e le implicazioni tra musica e video. Tornato in Europa crea alcuni video musicali, tra cui L’Oeil écoute (1970) e L’Ecran Transparent (1973).

Compone il jingle aeroportuale Indicatif Roissy (1971) utilizzato al Roissy Charles de Gaulle dal 1971 al 2005, lasciando il segno nella ricerca di suoni per ambienti e spazi pubblici. Negli stessi anni ’70 suona dal vivo assieme alla Third Era Band.

La creation du mondeParmegiani ‎– La Création Du Monde (1982-1984) – INA-GRM, è forse assieme a De Natura Sonora, il suo capolavoro.

Qualcuno su Soundhom lo ha descritto così:

“Dipinto sonoro tentacolare e ambizioso modellato sulla nascita dell’universo. Passando da nuvole torbide e gassose di sibili e elettricità statica (…) questa è musica acusmatica al suo meglio, che crea letteralmente un universo di suoni dal nulla.”

Scaruffi invece de La Création du Monde ne parla in questi termini:” Una fantasmagorica suite mitologica di collage elettronico che ricorda una versione ipercinetica di Karlheinz Stockhausen. L’estrema rarefazione di Moins L’Infini, evoca microsuoni di reticoli quantistici; le terribili tempeste di Instant; i contrastanti flussi androidi e organici di Premieres Forces, che raffigurano l’emergere della forma dal caos. Lumière è una composizione catastrofica che crea un paesaggio sonoro altamente dinamico impiegando un ampio spettro di timbri. Cellules imita le prime mosse dei primi esseri viventi mentre Polyphonie rappresenta il modo in cui questi primi esseri si sono moltiplicati e sono diventati comunità frenetiche: improvvisamente il mondo è pieno di angoscia. Il crescendo di tensione porta ad Expression 2, dove il confuso concerto di voci implode. L’intera “sinfonia” si pone come una potente dichiarazione sul potere emotivo della musica concreta, pari se non superiore ai mezzi dell’orchestra sinfonica.”

(Groupe de Recherches Musicales)

Tracce:

Lumière Noire (17:36)
1 Moins L’infini 5:27
2 Instant 0 4:43
3 Premières Forces – Premières Formes 7:26
Métamorphose Du Vide (23:11)
4 Lumière 11:34
5 Jeux De Configurations 5:54
6 Échos / Mélopées 5:37
Signes De Vie (32:00)
7 Cellules 6:25
8 Aquatisme 7:53
9 Polyphonie 6:15
10 Expression 1 3:17
11 Expression 2 7:15
12 Réalité

Approfondimenti:

Escher
M.C. Escher, Three Spheres II, (1946), Litografia (dettaglio)

Indico qui ed esorto l’ascolto di De Natura Sonorum (1975)

1re Série:

I. Incidences/ Résonances

II. Accidents/ Harmoniques

III. Géologie Sonore

IV. Etude élastique

V. Conjugaison du Timbre

2e Série:

I. Natures éphémères

II. Matières induites

III. Ondes Croisées

IV. Pleins et Déliés

V. Points contre Champs

(Création 3 Juin 1975, Paris. Dédié a Michel Descombey et au Ballet Indépendiente de Mexico.)

Bernard Parmegiani

Kirchner/Webern – anni ’10-20

21 Gennaio 2023
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Kirchner/Webern – anni ’10-20Kirchner, Ernst Ludwig; Bathers at Moritzburg (Badende Moritzburg); Tate; http://www.artuk.org/artworks/bathers-at-moritzburg-badende-moritzburg-117760

[Ernst Ludwig Kirchner (1880–1938), Bathers at Moritzburg (Badende Moritzburg) 1909/26, Tate London]

Dal 1909 al 1911 Kirchner e altri membri del gruppo Die Brücke trascorrevano l’estate ai laghi di Moritzburg vicino a Dresda. Il loro stile di vita rilassato e comunitario, il bagno nudi, riflettevano un culto della natura che all’epoca in Germania era molto in voga. I colori esagerati in questo dipinto, che contrastano la carne giallo-arancio con l’acqua blu, enfatizzano la nudità delle figure. L’effetto originale, tuttavia, potrebbe essere stato trasfigurato, poiché Kirchner ha ridipinto parti del quadro nel 1926, rendendo i colori più chiari e la superficie del dipinto più uniforme.

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[Ernst Ludwig Kirchner, Bathers 1923-1927]

Anton Webern, (1883-1945) nato a Vienna, è stato allievo di Guido Adler, il padre della musicologia ovvero lo studio scientifico della musica. Inizialmente influenzato da Schumann, Wagner, Brahms e dagli autori della tradizione “tardoromantica” dal forte rigore contrappuntisti come Mahler, Hugo Wolf e Richard Strauss, studiò in seguito composizione privatamente con Schönberg, affascinato dalla sua personalità e concezione musicale, gli rimase legato per tutta la vita. Webern si allontanò dalla tradizione ponendo l’attenzione nei suoi componimenti ai silenzi e alle pause, alla ricerca ideale di un’essenzialità sonora. Vive un isolamento culturale accentuato dall’accusa di essere un compositore di “musica degenerata” da parte dei nazisti.

Il gesto espressionistico e il decorativismo timbrico, già presenti in opere giovanili (Im Sommerwind, 1904 per Orchestra), pervengono a un serrato astrattismo. La rivoluzionaria concezione musicale di Webern è all’origine del “puntillismo” (musica puntuale), concetto destinato a grande fortuna presso i musicisti d’avanguardia di Darmstadt, definiti appunto post-weberniani.

Il musicista morì nel 1945, in un isolamento quasi totale presso un villaggio vicino a Salisburgo, a seguito dell’occupazione dell’Austria da parte della Germania nazista. Qui fu ucciso per tragico errore da un soldato americano. Stava fumando un sigaro fuori casa per non disturbare i suoi nipoti addormentati circa un’ora prima del coprifuoco quando fu colpito e ucciso dal cuoco dell’esercito americano PFC Raymond Norwood Bell della Carolina del Nord, che, sopraffatto dal rimorso, morì poi di alcolismo nel 1955.

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Pierre Boulez dirige la Berliner Philharmoniker (1995)

0:00 Passacaglia for orchestra, Op. 1

10:13 Movements for string quartet, Op. 5: No. 1, Heftig bewegt

13:06 Movements for string quartet, Op. 5: No. 2, Sehr langsam

15:19 Movements for string quartet, Op. 5: No. 3, Sehr bewegt

16:02 Movements for string quartet, Op. 5: No. 4, Sehr langsam

17:30 Movements for string quartet, Op. 5: No. 5, In zarter Bewegung

20:59 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 1, Etwas bewegte

22:03 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 2, Bewegte

23:32 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 3, Zart bewegte

24:22 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 4, Langsam marcia funebre

28:42 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 5, Sehr langsam

31:05 Pieces for orchestra, Op. 6: No. 6, Zart bewegt

32:56 Musikalisches Opfer (Musical Offering), BWV 1079: Fuga (Ricercata) A 6 Voci

40:14 German Dances for piano, D. 820

44:41 German Dances for piano, D. 820

50:48 Im Sommerwind, for orchestra

Oskar Kokoschka Ritratto di Anton von Webern - 1914
Oskar Kokoschka – Ritratto di Anton von Webern – 1914

Freund/Ravel – anni ’20/30

20 Gennaio 2023
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Freund/Ravel – anni ’20/30Gisèle Freund, Femme assoupie sur un banc, Paris, 1933

[Gisèle Freund, Femme assoupie sur un banc, Paris, 1933]

La Sonata per violino n.2 (1923-1927) di Maurice Ravel (1875-1937) è un’opera scritta per violino e pianoforte. Questa composizione richiese quattro anni di elaborazione che vanno dal 1923 al 1927. Ravel si ispirò alla musica d’America, cioè al jazz e al blues, la cui influenza è evidente soprattutto nel secondo movimento.

Allievo di Gabriel Fauré al conservatorio di Parigi, nel 1910 è stato uno dei fondatori della Société Musicale Indépendante. Conosce Serge Diaghilev per il quale scrive il balletto Daphnis et Chloé, 1906-1912. Sarà grazie a Igor Stravinskij che entrerà a contatto con la musica di Schönberg da cui rimarrà positivamente impressionato.Maurice Ravel

L’attenzione al magico e al fiabesco, accompagnata da un’analisi minuziosa della realtà, e la suggestione del mondo infantile e animale si realizzano con tecniche varie: jazz, vedi anche: Concerto pour la main gauche en ré majeur, 1930, folklore basco (Trio, 1914, per pianoforte, violoncello e violino), formule neoclassiche, che coesistono in una coerente unità stilistica.

Quando Ravel viveva a Montfort-l’Amaury, in Francia, accompagnava Helen Jourdan-Morhange con la quale condivideva l’amore per il jazz. Ravel sempre in quegli stessi anni aveva avuto modo di vedere la band di W.C. Handy a Parigi che rappresentava il meglio dello stile blues di St. Louis.Helen Jourdan-Morhange

Nella Sonata ha applicato le forme tecniche e melodiche del blues. Stilisticamente molto diversa dai primi lavori di Ravel: la musica utilizza la bitonalità, la gestione orizzontale delle voci che Erik Satie amava e le armonie di durezza stridente, che Igor Stravinsky iniziava a far sue. Satie e Stravinsky potrebbero aver influenzato l’apertura del nuovo periodo creativo in cui il blues della sonata di Ravel ha segnato un punto culminante.

La Sonata per violino n. 2, è divisa in tre movimenti:

1. Allegretto;

2.Blu. Moderato;

3. Perpetuum mobile.

Gisèle Freund, Les goudronneurs, Paris, 193
Gisèle Freund, Les goudronneurs, Paris, 1931

Reinhardt/Shostakovich – 1938

19 Gennaio 2023
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Reinhardt/Shostakovich – 1938Ad Reinhardt Untitled 1938

[Ad Reinhardt, Untitled 1938]

L’arte astratta ha la sua integrità” è una dichiarazione di Reinhardt del 1962. Sebbene abbia scritto queste parole più di due decenni dopo aver dipinto quest’opera senza titolo, si è dedicato all’astrazione fin dai suoi primi giorni come artista. I suoi primi lavori degli anni ’30 mostrano il suo interesse per l’astrazione geometrica europea e una forte attenzione al colore. Qui contrasta l’intreccio di forme dai bordi netti con un’elevata componente cromatica su uno sfondo grigio tenue. Reinhardt crea un’energia pulsante in questo lavoro attraverso il suo uso del colore compensando i colori più freddi, tra cui blu, viola e verde, contro quelli più caldi, come rosso, arancione e giallo. Tale orchestrazione visiva fa sì che l’occhio salti sulla superficie della tela, un’esperienza che l’artista tenderà ad attenuare sempre più nei suoi lavori successivi.

Ad Reinhardt Study for a painting 1938

 

Dmitri Shostakovich (1906-1975).

Le incursioni vivaci e accattivanti di Shostakovich nella musica popolare del suo tempo pure se sono lontane anni luce dal lavoro di veri maestri del jazz tipo Jelly Roll Morton o Duke Ellington, dicono qualcosa di significativo sull’esperienza jazzistica di Shostakovich, come dimostrerà il confronto di queste colorate suite jazz chaplinesche con la musica più o meno contemporanea di Gershwin, Milhaud, Martinu, Roussel e altri. Shostakovich si è impegnato in una forma di parodia particolarmente fragile, quasi mahleriana – i suoi concerti ne sono pieni – e questo è ciò che emerge con maggior forza qui. Inoltre, e come osserva a ragione Elizabeth Wilson, il “vero” jazz era trattato con sospetto nella Russia sovietica e l’esposizione di Shostakovich al jazz era quindi assai limitata.

Le due Jazz Suite furono composte negli anni ’30, la prima in risposta a un concorso per “innalzare il livello del jazz sovietico da musica popolare dei caffè a musica con una sua propria nobità professionale”. La seconda su richiesta dell’allora neonata Orchestra Jazz di Stato.Jazz Album Shostakovich Riccardo Chailly

Dmitri Shostakovich, The Jazz Album (1938)

  1. Jazz Suite No. 1: 1. Waltz
  2. Jazz Suite No. 1: 2. Polka
  3. Jazz Suite No. 1: 3. Foxtrot
  4. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 1. Allegretto
  5. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 2. Lento
  6. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 3. Moderato
  7. Concerto for piano, trumpet & strings (Piano Concerto No. 1) in C minor, Op. 35: 4. Allegro con brio
  8. Jazz Suite No. 2: 1. March
  9. Jazz Suite No. 2: 2. Lyric Waltz
  10. Jazz Suite No. 2: 3. Dance I
  11. Jazz Suite No. 2: 4. Waltz I
  12. Jazz Suite No. 2: 5. Little Polka
  13. Jazz Suite No. 2: 6. Waltz II
  14. Jazz Suite No. 2: 7. Dance II
  15. Jazz Suite No. 2: 8. Finale
  16. Tahiti Trot (after Vincent Youmans’ “Tea for Two”)

Ronald Brautigam, piano (4-7)
Peter Masseurs, trumpet (4-7)
Royal Concertgebouw Orchestra
Riccardo Chailly, conductor

Date di registrazione: 1988 (4-7), 1990 (1-3), 1991 (8-16)

Léger/Milhaud – 1922/1923

17 Gennaio 2023
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Creation du monde 2 Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922
[Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922, MOMA NYC]
Darius Milhaud (1892-1974) fa parte del Gruppo dei Sei (Le Groupe des Six).
La Création du monde (1922-1923) su libretto di Blaise Cendrars è un balletto commissionato dai Ballets Suédois, i successori svedesi dei Ballets Russes di Diaghilev, dove il compositore interpreta l’evoluzione stilistica operata in Francia Neglia anni ’10-’20 del ‘900 in direzione di una maggiore chiarezza, nettezza e concisione delle linee strumentali.
Ouverture
 Le chaos avant la création
 La naissance de la flore et de la faune
 La naissance de l’homme et de la femme
 Le désir
 Le printemps ou l’apaisement
Questo pezzo riflette l’affinità della musica colta verso il Jazz, e una secolare propensione francese per l’esotico. L’orecchio di Milhaud era molto suscettibile a tutti i tipi di influenze, ma era un diverso tipo di esotismo che lo attraeva. Gli apparteneva sia la Parigi di Le Jazz Hot e di Josephine Baker, sia quella dei dipinti e delle sculture di Picasso ispirate alle maschere africane. Nel 1920 l’eleganza africana (e afroamericana) stava invadendo Parigi e questo balletto potrebbe essere stato il tentativo calcolato a tavolino dei Ballets Suédois di attingere a piene mani da questa “moda”.
Creation du monde 4Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922
Milhaud la prima volta che ha ascoltato un gruppo jazz americano ne è rimasto talmente affascinato che si è traferito per un periodo a New York per girare nei jazz club e bar musicali, visitare Harlem e in generale frequentare musicisti jazz. Tornato in Francia, iniziò a scrivere in quello che chiamava un “idioma jazz”. Il musicista marsigliese non si è avventurato in profondità nel vero linguaggio del jazz, scegliendo invece liberamente di colorare la sua musica con giri di armonie e melodie blues, ritmi pesanti e climax oscillanti. Le influenze jazz emergono in molte delle sue opere, ma la composizione di questo balletto è stata la prima grande opportunità per esprimere la sua nuova passione. Anche la formazione strumentale attinge ai suoi ricordi di New York: “In alcuni spettacoli”, ricorda Milhaud, “i cantanti erano accompagnati da flauto, clarinetto, trombe, trombone, una complicata sezione di percussioni suonata da un solo uomo, pianoforte e quartetto d’archi.”
Milhaud Notes sans Musique
L’originale politonalità di Milhaud è intesa come dilatazione della tonalità. Spirito artigianale e prolificità creativa, lascia una mole sterminata di lavori, circa 700. Sperimentalismo e antidogmatico caratterizzano la sua opera, scritta sia per piccolo ensemble che per orchestra, vicina all’impressionismo nel delicato lirismo, o ironica, con influssi di Satie di cui era amico al quale dedica un saggio critico nel 1946. Singolare la sua autobiografia “Note senza musica”, preziosa testimonianza della lunga e creativa stagione della musica francese del XX secolo.
I costumi de La Création sono stati disegnati da Fernand Léger (che ha anche creato la scenografia). Funzionavano magnificamente dal punto di vista visivo, ma i ballerini lo ricordano come un inferno coreografico: costumi pesanti e rigidi che rendevano quasi impossibile muoversi liberamente.
Direttore: Michael Tilson Thomas
Orchestra: New World Jazz + New World Symphony

Creation du Fernand Léger (1881-1955), Mise-en-scène for the ballet La Création du monde 1922

Arp/Roussel – 1928

16 Gennaio 2023
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1254940 Configuration, 1927-1928, by Hans Arp (1886-1966). France, 20th century. by Arp, Hans (Jean) (1887-1966); Kunstmuseum, Basel, Switzerland; (add.info.: Configuration, 1927-1928, by Hans Arp (1886-1966). France, 20th century. Basel, Kunstmuseum (Art Museum)); © NPL - DeA Picture Library / M. Carrieri. Please note: This photograph requires additional permission prior to use. If you wish to reproduce this image, please contact Bridgeman Images and we will manage the permission request on your behalf.
Arp, Hans (Jean), Configuration, 1927-1928, Kunstmuseum, Basel

 

[Hans (Jean) Arp (1886-1966), Configuration, 1927-1928, Basel, Kunstmuseum]
Albert Roussel (1869-1937), allievo di Vincent d’Indy, dal 1902 per un decennio insegna a Parigi presso la Schola Cantorum. Il suo stile è modale e acquista particolare fascino tramite inserti esotici.
Nel campo della musica strumentale i lavori di Roussel presentano marcata ritmicità, politonalità, concisione formale e inserti umoristici, come nel Divertissement Op. 6 for wind quintet and piano (1906 per 6 strumenti).
I suoi primi lavori sono influenzati dall’Impressionismo di Debussy e Ravel. Ha studiato armonia con Julien Koszul, nonno del compositore Henri Dutilleux. Roussel ha anche insegnato, suoi studenti sono stati Erik Satie e Edgard Varèse. Incuriosito dalla musica jazz, Roussel ha scritto una composizione pianoforte-voce intitolata “Jazz dans la nuit op. 38” (1928) su una poesia di René (Auguste Louis Henri) Dommange (1888 – 1977). Brano simile nell’ispirazione ad altre opere di impronta jazz come il secondo movimento della Sonata per violino di Ravel o La création du monde di Milhaud.
Le bal, sur le parc incendié
Jette ses feux multicolores,
Les arbres flambent, irradiés,
Et les rugissements sonores
Des nègres nostalgiques, fous,
Tangos nerveux cuivres acerbes,
Étoufent le frôlement doux
Du satin qui piétine l’herbe.
Que de sourires épuisés,
À l’ombre des taillis complices,
Sous la surprise des baisers consentent
Et s’évanouissent…
Un saxophone, en sanglotant
De longues et très tendres plaintes,
Berce à son rythme haletant
L’émoides furtives étreintes.
Passant, ramasse ce mouchoir,
Tombé d’un sein tiède, ce soir,
Et qui se cache sous le lierre;
Deux lèvres rouges le signèrent,
Dans le fard, de leur dessin frais,
Il te livrera, pour secrets,
Le parfum d’une gorge nue
Et la bouche d’une inconnue.

Constellation According to the Laws of Chance c.1930 Jean Arp (Hans Arp) 1886-1966 Bequeathed by E.C. Gregory 1959 http://www.tate.org.uk/art/work/T00242
Constellation According to the Laws of Chance c.1930 Jean Arp (Hans Arp)

Burri/Scelsi – 1948

15 Gennaio 2023
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Burri/Berg – 1948[Alberto Burri, Nero 1 (1948)]
[Alberto Burri, Nero 1 (1948)]
Giacinto Francesco Maria Scelsi d’Ayala Valva (1905–1988) visse la sua infanzia prevalentemente presso il castello di proprietà.della famiglia materna (il castello di Valva, in Irpinia), dove ricevette un’educazione singolare: un precettore gli dava lezioni di latino, scherma e scacchi. Studiò musica con Koelher, che lo iniziò al sistema musicale di Skrijabin. Rimase affascinato dalle alchimie armoniche e dallo spiritualismo del compositore russo più che dalla dodecafonia schoenberghiana, con la quale venne a contatto a Vienna, aderendo solo in parte al serialismo e restando più affine a Berg. Alla metà degli anni 40 si avvia verso un abbandono radicale del discorso musicale che presto sarebbe arrivato all’annullamento totale delle altezze e quindi del rapporto diacronico tra suoni di differente frequenza. A partire da “La Nascita Del Verbo” (scritta nel 1948, ed eseguita solo nel 1950) il linguaggio musicale di Scelsi giunge all’ “atomizzazione del suono singolo” che culmina nei Quattro Pezzi Per Orchestra, basati su una singola nota ciascuno. Annullamento della dimensione melodica per concentrare l’elaborazione musicale esclusivamente sul timbro con un massiccio utilizzo della tecnica degli armonici e dei quarti di tono, ottenibili solo dagli strumenti a corda e a fiato. Sono anni molto travagliati per Giacinto Scelsi, in cui prevale l’interesse per la poesia, le arti visive, il misticismo orientale e l’esoterismo. È di questo periodo l’accettazione attiva delle filosofie orientali, delle dottrine Zen, dello Yoga e della problematica dell’Inconscio, che si riflette anche nella sperimentazione in campo musicale. La strumentazione di figure determinate dal caso, l’improvvisazione su strumenti tradizionali usati in modo nuovo, l’uso dell’ondiola, (primo strumento elettronico capace di riprodurre i quarti e gli ottavi di tono) ma soprattutto la maniera di improvvisare in uno stato privo di condizionamenti molto vicino al vuoto Zen, improntano le sue opere più significative.
Precursore del minimalismo e del radicalismo post-strutturalistaIl, il metodo di composizione di Scelsi era alquanto originale: registrava infatti su nastro magnetico le proprie improvvisazioni, affidando poi la trascrizione a collaboratori che operavano sotto la sua guida.
Il lavoro si arricchiva successivamente con dettagliate indicazioni per l’esecuzione e con accorgimenti per la realizzazione di quel particolare suono minuziosamente ricercato da Scelsi (sordine appositamente costruite per gli archi, strumenti a corde trattati come percussioni, filtri sonori per deformare il suono dei fiati, basi di registrazione preesistenti quale traccia all’esecuzione).
Originalissimo anche il metodo di orchestrazione, che consisteva nell’accoppiare strumenti simili sfasati di un quarto di tono, con imprevedibili effetti acustici di battimento. Particolari tecniche di scrittura vocale, basate sulla costruzione di masse sonore verticali, formate da suoni sovrapposti a distanze micro tonali gli uni dagli altri simili alle micropolifonie di Ligeti.
Giacinto Scelsi La nascita del verbo

Pechstein/Berg – 1910

14 Gennaio 2023
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Pechstein/Berg – 1910[Max Pechstein (1881-1955) - Die gelbe Maske I - The Yellow Mask I, (1910) Leopold Museum, Vienna]
[Max Pechstein (1881-1955) – Die gelbe Maske I – The Yellow Mask I, (1910) Leopold Museum, Vienna]
Alban Berg (1885-1935).
Il compositore viennese ebbe un’infanzia piuttosto difficile, segnata da una forma di depressione che lo spinse a tentare il suicidio quando aveva solo diciotto anni, dopo un insuccesso scolastico. Si è accostato in seguito alla musica da autodidatta, diventando l’allievo prediletto di Schönberg.
Il quartetto per archi in due movimenti è tra le composizioni più originali di Berg. Richiama lontanamente il quartetto in fa♯ minore del suo maestro Schönberg, il suono deve però più al Romanticismo che a compositori contemporanei come Webern di cui era amico fraterno. L’influsso tardoromantico in Berg è evidente, insieme a quello dell’impressionismo di Claude Debussy per le combinazioni e la raffinatezza timbrica, nei suoi Lieder giovanili. Eseguito per la prima volta nel 1911 e pubblicato nel 1920, Streichquartett fu l’ultimo lavoro prodotto dal compositore sotto la guida di Schönberg. È stata probabilmente la prima composizione estesa coerentemente basata su rapporti di altezza simmetrica.
La produzione musicale di Berg rientra nella corrente dell’espressionismo, quindi nella ricerca di portare all’esasperazione la tonalità al fine di superarla. Gli espressionisti proposero infatti dei sistemi musicali definiti “atonali” che prendevano le distanze dalle leggi e dalle regole classiche. Per musica tonale si intende qualsiasi musica organizzata attorno ad un suono centrale, chiamato “tonica”, a cui convergono tutti i legami e le tensioni musicali. La musica atonale è invece quella che non presenta più un centro tonale. Essa è legata alle avanguardie novecentesche ed è una musica sperimentale, lontana dalla tradizione, che può apparire meno bella all’ascolto e con minore armonia rispetto alla musica precedente, questo perché il suo scopo non è più l’intrattenimento del pubblico, bensì esprimere i sentimenti del nuovo secolo.
Allego un documentario per la regia di Barrie Gavin con Helene Berg, Pierre Boulez, Willi Reich, Alfred Kalmus, Jascha Horenstein, Jean-Rodolphe Kars, BBC Symphony Orchestra, Delme String Quartet.

Le opere di Berg si distinguono per minuziosità sia armonica che melodica a cui corrispondono una tensione intellettuale vigile e dolorosa, e una vena cupa e pessimistica che esterna un’angoscia esistenziale tipica del musicista viennese soprattutto a causa della censura e della persecuzione nazista. Nelle ultime opere il messaggio di desolazione sui mali dell’umanità è registrato con gelida indifferenza (Wozzeck) oppure con vena ironica e caricaturale (Lulù), ma sempre con una perfetta coincidenza tra svolgimento drammatico ed espressione musicale.
(Fonti: Il sommo poeta e Fiorenza Leucci, Dizionario dei compositori del ‘900).
Concerto dell’Arditti Quartet del 16/10/2019 presso il Teatro Farnese di Parma.
“Streichquartett”, op. 3 (1910)
– Langsam [0:27]
– Mäßige Viertel [11:15]
Irvine Arditti, violino
Ashot Sarkissjan, violino
Ralf Ehlers, viola
Lucas Fels, violoncello

max-pechstein-russisches-ballett
Max Pechstein (German, 1881–1955) – Russisches Ballett , 1909