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Giorgio colli

Presocratici frammenti e frammentarie visioni del mondo

25 Maggio 2017
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20292595_2015970455297844_3063995948139390206_nFrammento “irripetibile” di luce solare del 27 luglio 2017 delle ore 20.22 e 16 secondi.
Fusione di futuro immediato, presente appena evaporato e passato irreversibile su cornicione di rudere romano datato all’incirca 1937 anni.
Da questa foto si può forse intuire qualcosa delle luminose intuizioni dei Presocratici come ad esempio l’estremizzazione cupa che Cratilo apporterà al pensiero del suo maestro Eraclito, sostenendo che: “non solo non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, ma neppure una volta sola.”

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Intendo la visione di Cratilo cupa ancor più di quella eraclitea, che già di suo non è allegra benché sia oggettivamente realistica.

Il fiume simbolico nel quale non ci si può bagnare addirittura mai attenendosi a Cratilo è quello soggettivo dell’esperienza spazio-temporale; immaginiamo che questi primi e illuminati osservatori della natura subordinavano la microscopica vita biologica dell’uomo all’immensità cosmica per cui tutti noi – oggi più che mai – supponiamo di nascere, pensiamo di respirare, c’arroghiamo la coscienza di vivere e d’incarnare il tempo che ci è dato per essere, quando in verità neppure un battito di ciglia – in Eraclito sarebbero stati meno di due battiti di ciglia – e siamo già belli che crepati prima ancora d’averlo constatato e d’esserci potuti immergere neppure con la punta di un piede nel fiume dell’esperienza, nel flusso dell’esistenza… πάντα ῥεῖ

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Contestualizzando queste riflessioni ad oggi nell’era del clickbait, delle bufale a rottadiculo e della imperante disattenzione di massa, si può su un mezzuccio scoreggione quale è ‘sta caciara-mignottara-peracottara dei social, far intendere ancora a qualcuno quella che l’immenso Giorgio Colli a proposito dell’enigmaticità e del mistero di Eraclito l’Oscuro, il filosofo che enuncia i suoi enigmi senza scioglierli, intendeva per vibrazione del nascosto dietro la parola, anche al di là della stessa indagine scientifica o Ragione filosofica?
Proprio perché “la natura ama nascondersi“, in questo marasma della comunicazione online, trovo tuttavia molta attinenza tra la società umana ormai globalizzata e il suo rispecchiamento nei mezzi di espressione, coaguli di notifiche pubbliche o private e flussi d’informazioni attraverso Twitter, Instagram, Facebook etc  – , alla fin fine non mi dispiace granché questo grossolano, gigantesco pastiche linguistico, un calderone digitale, un palinsesto virtuale che rimanda abbastanza oggettivamente l’immagine di quel che diciamo o non diciamo, riflesso diretto cioè di quel che siamo. L’alto e il basso, il fondo e il piatto, il concavo e il convesso fusi in una nidificazione di commenti, botte e risposte, lazzi, scazzi, osservazioni, giudizi più o meno sensati e assurdi… un flusso inarrestabile, il risaputo “tutto scorre” di Eraclito giustappunto, che compone una sbrindellata, psicotica cacofonia di rumori di fondo inesausto che ognuno di noi, nel proprio territoriale Super-Io interiore definisce e sbandiera orgogliosamente ai quattro venti come la “mia propria visione del mondo”.frontespizio libro colli