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Burri/Scelsi – 1948

15 Gennaio 2023
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Burri/Berg – 1948[Alberto Burri, Nero 1 (1948)]
[Alberto Burri, Nero 1 (1948)]
Giacinto Francesco Maria Scelsi d’Ayala Valva (1905–1988) visse la sua infanzia prevalentemente presso il castello di proprietà.della famiglia materna (il castello di Valva, in Irpinia), dove ricevette un’educazione singolare: un precettore gli dava lezioni di latino, scherma e scacchi. Studiò musica con Koelher, che lo iniziò al sistema musicale di Skrijabin. Rimase affascinato dalle alchimie armoniche e dallo spiritualismo del compositore russo più che dalla dodecafonia schoenberghiana, con la quale venne a contatto a Vienna, aderendo solo in parte al serialismo e restando più affine a Berg. Alla metà degli anni 40 si avvia verso un abbandono radicale del discorso musicale che presto sarebbe arrivato all’annullamento totale delle altezze e quindi del rapporto diacronico tra suoni di differente frequenza. A partire da “La Nascita Del Verbo” (scritta nel 1948, ed eseguita solo nel 1950) il linguaggio musicale di Scelsi giunge all’ “atomizzazione del suono singolo” che culmina nei Quattro Pezzi Per Orchestra, basati su una singola nota ciascuno. Annullamento della dimensione melodica per concentrare l’elaborazione musicale esclusivamente sul timbro con un massiccio utilizzo della tecnica degli armonici e dei quarti di tono, ottenibili solo dagli strumenti a corda e a fiato. Sono anni molto travagliati per Giacinto Scelsi, in cui prevale l’interesse per la poesia, le arti visive, il misticismo orientale e l’esoterismo. È di questo periodo l’accettazione attiva delle filosofie orientali, delle dottrine Zen, dello Yoga e della problematica dell’Inconscio, che si riflette anche nella sperimentazione in campo musicale. La strumentazione di figure determinate dal caso, l’improvvisazione su strumenti tradizionali usati in modo nuovo, l’uso dell’ondiola, (primo strumento elettronico capace di riprodurre i quarti e gli ottavi di tono) ma soprattutto la maniera di improvvisare in uno stato privo di condizionamenti molto vicino al vuoto Zen, improntano le sue opere più significative.
Precursore del minimalismo e del radicalismo post-strutturalistaIl, il metodo di composizione di Scelsi era alquanto originale: registrava infatti su nastro magnetico le proprie improvvisazioni, affidando poi la trascrizione a collaboratori che operavano sotto la sua guida.
Il lavoro si arricchiva successivamente con dettagliate indicazioni per l’esecuzione e con accorgimenti per la realizzazione di quel particolare suono minuziosamente ricercato da Scelsi (sordine appositamente costruite per gli archi, strumenti a corde trattati come percussioni, filtri sonori per deformare il suono dei fiati, basi di registrazione preesistenti quale traccia all’esecuzione).
Originalissimo anche il metodo di orchestrazione, che consisteva nell’accoppiare strumenti simili sfasati di un quarto di tono, con imprevedibili effetti acustici di battimento. Particolari tecniche di scrittura vocale, basate sulla costruzione di masse sonore verticali, formate da suoni sovrapposti a distanze micro tonali gli uni dagli altri simili alle micropolifonie di Ligeti.
Giacinto Scelsi La nascita del verbo